Il Teatro Bellini, in collaborazione con L’Arsenale di Napoli, da sempre attenti alle nuove modalità di interazione con i pubblici delle arti e delle culture contemporanee, intende dare spazio ad un programma di mostre personali dedicate ai principali street artist attivi a Napoli.

Dopo il debutto di Memento Vivi di Trallallà, ad esporre le sue opere dal 26 novembre è Samuel (Mojo), con un progetto dal titolo L’abbandono

Non sempre i muri dividono. Con il progetto Ultra Moenia il Teatro Bellini, in collaborazione con L’Arsenale di Napoli, da sempre attenti alle nuove modalità di interazione con i pubblici delle arti e delle culture contemporanee, intende dare spazio ad un programma di mostre personali dedicate ai principali street artist attivi a Napoli, raccontando le peculiarità dell’espressività urbana della città, alla luce della sua continuità con il passato.

Dopo il debutto di Memento Vivi di Trallallà, ad esporre le sue opere durante il mese di novembre sarà l’artista Samuel (Mojo), con un progetto dal titolo L’abbandono.

Samuel Mojo, nato a Napoli nel settembre del 1993, ha studiato presso l’ILAS della città partenopea, dove ha appreso le prime nozioni di grafica. Appassionato d’arte e di cultura urbana, ha fatto il suo debutto sui muri delle strade di Napoli con il progetto Santo Diego, che porta avanti dal 2018 e che grazie all’aiuto di tanti volontari è stato diffuso in giro per il mondo. L’intenzione di questo progetto non è la santificazione del calciatore, ma l’apotheosis della persona, con cui i napoletani si sono identificati e si identificano, non solo per i suoi successi sportivi, ma per la sua vicinanza ai cittadini, tanto che, ancora oggi, dopo tanti anni dalla sua residenza qui, i napoletani più giovani ne riconoscono la grandezza.

Contemporaneamente ha portato avanti altri progetti, tra cui Consentita l’affezione, un manifesto testuale anonimo, diffuso sui muri cittadini, che invitava le persone alla vicinanza e al contatto (fisico, emotivo e psicologico), contro ogni forma di pregiudizio, inibizione, oppressione o proibizione. Oggi questi manifesti sono introvabili in città, nonostante la street art sembri esser diventata più un prodotto comunicativo che consenta agli artisti di diventare famosi, piuttosto che uno strumento in grado di lanciare un messaggio sincero, che offra l’opportunità di riflettere, e talvolta di far cambiare il punto di vista sulla vita.